La prima volta che si capita in un mare pieno di alghe non si scorda mai, in particolar modo quando arriviamo al punto di esclamare “basta ora smonto e me ne vado”, ecco in questo articolo vi spiegheremo come affrontare le alghe per evitare di andar via e non pescare proprio in quel mare ed in quella condizione.

Certo è normale che la pesca debba esser rilassante, qualcuno potrebbe pensare che quando vi è presenza di alghe il pescatore non riesce più a pescare, basti pensare che ancora oggi molti pescatori non sanno come “limitare” il recupero di alghe o comunque come riuscire a restare in pesca se vi è presenza di esse, ed infatti oggi vedremo qualche piccolo trucco per capire se si può restare in pesca in quella condizione o meno.

NB: Abbiamo appena detto “se si può restare in pesca o meno”, è normale che ci sono condizioni in cui è IMPOSSIBILE rimanere in pesca, in quel caso se dopo averle provate tutte, se dopo i nostri consigli continuate a prender tonnellate di alghe, la soluzione corretta potrebbe proprio esser quella di andarsene.

Iniziamo dal primo consiglio più banale:

Siete arrivati in spiaggia? Vedete il mare e nelle onde vedete frangere l’alga che ricopre tutto il luogo dove volete pescare, beh… una soluzione alquanto scontata è proprio quella di cambiare spot, anche spostandovi di qualche chilometro potete evitare di trovare quella fastidiosa alga, il nostro consiglio è quello di seguire la conformazione della spiaggia ed il vento, se vi è presenza di qualche promontorio che ripara un punto sottovento, andate in quel punto, potreste trovare il mare pulito.

Tenete la canna alta:

Altra soluzione alquanto importante quanto banale è proprio nel posizione la canna alta, anche se pescate a 50-60 metri, la canna deve restare il più alta possibile, meno filo tocca l’acqua, meno alga si prende, se il filo già dai primi metri è in acqua ci sarà più probabilità di prendere l’alga.
Alle volte esistono picchetti alti oltre 1.80 mt, alcuni pescatori alle volte mettono un picchetto sopra l’altro e mettono la canna altissima, ovviamente tenuta con degli elastici o con dei piccoli accessori come ad esempio gli strap (conosciuti come road bad) che vengono generalmente usati per conservare le canne, in questo caso lo si usa per evitare che la canna cada giù dai picchetti.

Il piombo:

Se non avete possibilità di spostarvi o se comunque per un motivo o un altro dovete restare in quel luogo, la base della pesca in presenza di alghe parte dalla scelta del piombo, che di certo non deve esser uguale a quando non vi è presenza di alghe.

  • Se trovate mare mosso è normale che la miglior soluzione per affrontare le alghe sia proprio quella di tenere il piombo fermo, ad esempio usando una buona piramide, che di certo eviterà il movimento del nostro trave ed ovviamente il raccoglimento delle alghe presenti nella zona dove si è lanciato.
  • Se trovate mare calmo invece o mosso ma con presenza di alghe a fondo, la soluzione migliore è quella di usare un piombo con grip, così si evita di inciampare in alghe fastidiose a fondo che ci impediranno di restare in pesca e nel recupero ci faranno penare.

Fili in bobina

Dopo il piombo si passa ad un altro accessorio fondamentale per restare in pesca, ovvero il filo in bobina, che potrebbe esser molto, ad esempio qualche articolo fa abbiamo parlato del filo conico, se ve lo siete persi lo trovate qui sotto

>>> Articolo dove parliamo del filo conico <<<

Per farla breve nell’articolo vi abbiamo parlato di come l’importanza di un filo senza nodo dello shock leader possa incidere sul recupero e sul non fermarci quando si arriva al nodo di giunzione di lenza madre e shock leader, che alle volte troviamo stracolmi di alghe e di conseguenza ci costringono a fermare il recupero del pesce, che potrebbe probabilmente slamarsi negli ultimi 15 metri.

Altra soluzione potrebbe esser un filo diretto, come lo 0,40 o simili, ma in questo caso bisogna limitare la pescata nei primi metri, anche perché il filo oltre ad esser difficile da lanciare a lunghe distanze, è molto sofferente per via delle correnti, quindi più distante si lancia, più corrente è tenuto a prendere.

Scegliamo il trave giusto

Ovviamente il trave è l’accessorio chiave per catturare i pesci, quindi oltre al piombo ed oltre al filo in bobina, la scelta di un trave corretto è fondamentale per evitare di prender troppe alghe e per non restare in pesca.

  • Ad esempio molto spesso vi è possibilità di utilizzare un trave a tre ami, ma con braccioli corti da massimo 50 cm, quindi trave lungo massimo 1,20 mt.
  • Oppure un tre ami senza utilizzare il bracciolo di sotto (se vi è presenza di alghe a fondo).
  • Altra alternative sarebbe l’utilizzo di soluzioni flotterate, quindi ami quanti ne volete ma con pop-up o flotter.

Conclusione:

Il Surfcasting in presenza di alghe è molto difficile, alle volte alcuni pescatori demordono perché non è un tipo di pesca rilassante, ma in base alla vostra zona vi possiamo garantire che in presenza di alghe ci possono esser grandi predatori in giro che potrebbero farvi dimenticare tutte le fatiche e le tonnellate di alghe che togliete dalle vostre lenze, in particolar modo alcuni pesci come le ombrine o le spigole vanno a girare intorno alle alghe ed ovviamente in queste circostanze vi troverete senza ombra di dubbio più probabilità di catturare dei predatori di grossa taglia come essi.


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