Il pescatore neofita (e non solo) si è sempre trovato in difficoltà sulla scelta dei fili da utilzzare in pesca, specialemente quando si è proprio alle prime armi…

In effetti un tema molto importante nella pesca sono proprio i fili impiegati per le nostre battute di pesca, perché sappiamo tutti quanto sia importante utilizzare i fili giusti per restare in pesca durante le mareggiate o per esser più invisibili possibili per le giornate di mare calmo ed acqua cristallina.

Ma allora cosa determina l’utilizzo di un filo piuttosto che un altro?

Prima di tutto bisogna classificare i fili in cinque categorie:

  • Nylon
  • Fluorocarbon
  • Fluorocoated (Fluorine)
  • Trecciato (Braid)
  • Poliestere

Questi a Surfcasting sono i fili più utilizzati, ma vediamo meglio il loro impiego e le loro caratteristiche:

  1. Il Nylon è un filo impiegato per tutto, si può definire non selettivo, perché viene impiegato sia per imbobinare i nostri mulinelli, sia per la costruzione di travi, sia per i nostri terminali, il tutto ovviamente stando attenti ai diametri e colori, che di certo per i fili da imbobinare il colore non è importante, ma per la costruzione dei nostri travi e terminali bisogna andare di invisibile, come anche nei diametri, bisogna giocare sui diametri adatti per le condizioni di pesca che ci troviamo davanti, non ha senso andare ad utilizzare diametri di bobina dello 0,30 per poi utilizzare travi e terminali dello 0,25 e 0,15.
    Bisogna saper giocare sui diametri andando a creare la giusta montatura col perfetto equilibrio di diametri impiegati.
  2. Il Fluorocarbon, uno dei fili che negli ultimi anni ha rivoluzionato la pesca, un filo che a contatto con l’acqua diventa invisibile, che lo troviate green, pink o trasparente, questo filo quando entrerà in acqua sparirà completamente, ed ovviamente è un ottimo modo per nascondere ai pesci che la nostra esca è attaccata a qualcosa.
    L’impiego del fliorocarbon è consigliato solamente per i terminali, anche se quando si costruiscono travi da beach ledgering, costruirli col fluorocarbon può esser molto importante negli spot dove il pesce non è tanto presente, così da nacondere sia il trave che il terminale.
    Ovviamente per diametri che vanno dallo 0,20 allo 0,30, se ovviamente il trave deve esser grosso (0.40-0,50) non ha senso impiegare il fluorocarbon.
  3. Passiamo al Fluorocoated uno dei fili più discussi, perché il suo impiego molto spesso viene snobbato, anche perché molti sanno come è composto, ovvero un Nylon rivestito di Fluorocarbon, ma perché non utilizzare uno dei due?
    Ovviamente per via del carico di rottura che è maggiore rispetto al nylon o al fluorocarbon dello stesso diametro.
    Infatti sempre più aziende realizzano il fluorocoated per imbobinare i mulinelli, con bobine da 300-600 mt di fluorocated con carico di rottura più alto e con maggiore resistenz all’abrasione.
  4. Il Trecciato invece è un filo che non consigliamo molto ai neofiti, un filo molto difficile da utilizzare, utilizzato solo per imbobinare i nostri mulinelli, sappiamo che il trecciato è composto da più fili intrecciati insieme, solitamente in materiali sintetici.
    Questo processo di intrecciatura conferisce al trecciato una resistenza superiore e una maggiore capacità di carico rispetto al nylon o i fili tradizionali, ma perde molto per via della sua rigidità, perché ovviamente il nylon o il fluorocarbon hanno elasticità sia durante l’azione di lancio, sia durante l’azione di pesca quando abbiamo il pesce allamato, mentre il nylon rimane sempre rigido come una corda.

    (Apriamo una parentesi sul trecciato)

    Dicendo che il trecciato non è consigliato per i neofiti non significa che non è un filo buono, anzi al contrario qui vogliamo scrivervi i suoi vantaggi, perché molti agonisti ad oggi utilizzano il trecciato e le sue ottime caratteristice:

    Alta Resistenza: Supporta pesci grandi senza rompersi, ideale per pesca impegnativa.
    Diametro Ridotto: Offre più capacità del mulinello e lanci più lunghi e precisi.
    Sensibilità: La rigidità aumenta la sensibilità nelle tocche dei pesci anche più piccoli.
    Durata nel Tempo: Resiste all’usura più del nylon, adatto a condizioni difficili.
    Miglior Distanza di Lancio: Permette lanci maggiori, migliorabili con tecniche specifiche.
    Lettura del Fondo: Facilita la percezione del fondale, richiede adattamento.
    Gestione degli Incagli: Supporta meglio gli incagli grazie alla rigidità.

    Ovviamente come ha dei vantaggi, ha dei svantaggi che al neofita purtroppo potrebbero far perder la voglia di utilizzarlo, anche perché questo tipo di filo è meglio impiegato da persone che di sabbia ne hanno masticata in abbondanza.

    Costo: Più caro del nylon, ma giustificato da durata e prestazioni.
    Scivola ai Nodi: Nodi difficili da fare, richiede tecniche specifiche.
    Visibilità: Più visibile, può spaventare i pesci, quindi si usa spesso un terminale in fluorocarbon.
    Problemi con Alghe: Accumula alghe facilmente in condizioni di mare mosso.
  5. Per concludere parliamo del Poliestere, un filo molto rigido, toccandolo sembra un nylon ma la sua rigidità supera di gran lunga quest’ultimo.
    Si può considerare un filo ottimo per due cose, per la linea longa o la linea sabiki e per la realizzazione di braccioli più rigidi dove vi è presenza di forti correnti con spiagge profonde.

Conclusione:

Per realizzare le vostre battute di pesca consigliamo sempre di provare tutto ciò che il mercato offre, ma non scervellatevi troppo, alle volte basta spendere poco e col semplice nylon si ci può andare a divertire tranquillamente.
Ad ogni modo consigliamo quindi di impiegare i fili di cui abbiamo parlato in questo modo:

  • Nylon per tutto (Imbobinare – Travi – Terminali).
  • Fluorocarbon (Terminali e qualche trave da beach ledgering).
  • Fluorocoated (Imobinare e terminali).
  • Trecciato (Imbobinare ma senza perderci troppo tempo se non vi piace la sua rigidità).
  • Poliestere (Per linee longhe o sabiki e per braccioli adatti a fondali profondi con forte corrente).

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