Da ormai un po di anni a questa parte si sente più parlare di pesca col metodo Catch & Release, ma cosa consiste la pesca con questo metodo? Quando bisogna adottarla e perché?
Negli ultimi anni, il Catch & Release ha conquistato sempre più appassionati della pesca. Questa pratica, che consiste nel catturare un pesce e liberarlo subito, è un vero e proprio atto di rispetto per l’ambiente. Scopriremo insieme come farlo nel modo corretto.
Perchè praticare il Catch & Release?
I motivi per praticare questo stile di pesca variano in base al tipo di pesca ed alle specie che si possono catturare, ad esempio alcuni motivi potrebbero esser questi:
- Catture di esemplari inferiori alla taglia minima legale
- Catture di individui di grandi dimensioni, essenziali per la riproduzione
- Catture involontarie di specie non target
- Superamento delle quote di pesca consentite
- Catture di specie a rischio di estinzione
- Avvicinare i giovani alla pesca sportiva
Nel primo caso possiamo dire che ogni pesce ha diritto a crescere e a riprodursi. La legge ci ricorda che non possiamo portare a casa tutti i pesci che peschiamo. Rispettando le taglie minime, contribuiamo a proteggere il mare e a garantire una pesca sostenibile per il futuro.
Nel secondo caso si affronta il tema dei pesci di taglia, ogni grande pesce che rilasciamo è una speranza per il futuro del mare. Proteggiamo questi guardiani degli oceani che sicuramente daranno alla luce altri pesci della loro specie, tenendo vivi i nostri mari.
Nel terzo caso si parla di specie ittiche, come il tonno rosso, la cui popolazione è in forte declino. Per proteggerle, la legge ne limita drasticamente la pesca. Pertanto, se si cattura accidentalmente un esemplare di queste specie, è obbligatorio rilasciarlo immediatamente.
Nel quarto caso invece si menziona la legge, che limita il peso totale del pescato giornaliero per i pescatori sportivi. Superare questo limite, che è di circa 5 chilogrammi, è considerato un’infrazione e può comportare sanzioni amministrative. In questi casi, è obbligatorio rilasciare in acqua la parte eccedente del pescato.
Nel quinto caso si spiega come il catch and release è particolarmente importante per le specie ittiche a rischio, la cui sopravvivenza è minacciata da fattori quali l’inquinamento, la pesca eccessiva e la perdita di habitat. Rilasciare questi pesci contribuisce a preservare la biodiversità e a garantire la sostenibilità delle risorse ittiche.
L’ultimo caso mette in mezzo un po di agonismo, dove si cerca sempre di dare ai nostri piccoli ragazzi la possibilità di avvicinarsi allo sport sano, dove non vi sono massacri di pesci, cosa che potrebbe allontanare i nostri giovani pescatori che vedono soffrire quelle povere specie impotenti. Ecco il Catch & Release può di certo avvicinare allo sport tanti ragazzi, che con la pratica giusta di questa disciplina possono vivere a 360 gradi e con tanta naturalezza.
Praticare questa disciplina in modo giusto, in che senso?
Se si adotta il Catch & Release, bisogna farlo bene, altrimenti tutti gli sforzi saranno vani, anche perché sappiamo che ogni secondo in più che il pesce viene lasciato fuori dall’acqua, sarà considerato come secondo in più di maltrattamento, quindi ricordiamoci:
- Non estrarre dall’acqua i pesci (almeno i più delicati) dall’acqua (lì dove non è possibile farlo, tenerli con delicatezza con la mano e/o panno bagnati e non appoggiarli su superfici assolate).
- Ossigenare il pesce, in particolare le specie più delicate.
- Attenzione alla slamatura.
- Se si deve fare una foto di rito, cercare di esser più veloci possibili e rilasciare subito il pesce.
Ad ogni modo tutto il mondo agonistico ormai sta adottando nelle gare il Catch & Release, proprio per dar esempio a tutti che il pescatore agonista può rispettare le specie ittiche anche se prende molti più pesci di un pescatore amatoriale, anche perché come voce comune si può ben sentire sempre la stessa storia, che il pesce va a diminuire, quindi non bisogna assolutamente farsi prendere dall’euforia e bisogna rispettare il mare e le specie che vivono al suo interno.
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