Oggi affronteremo un argomento che senza alcun dubbio interessa maggiormente agli agonisti, ovvero la pesca a tempo, pescare a tempo in una gara è la scelta migliore? Scopriamolo insieme…
L’agonismo di certo è una disciplina a parte, basti pensare che il pescatore di per se quando si parla di pescare a tempo non riuscirebbe neanche a pensarlo, cioè recuperare la canna ad un intervallo di tempo prefissato, per quale motivo?
In effetti quando si pesca per i fatti nostri il tempo si dimentica, anche perché il pescatore va in spiaggia a rilassarsi non a guardare in continuazione l’orologio o il cronometro, ma come potrebbe anche il non agonista sfruttare la pesca a tempo?
Il mare ci indica il tempo:
Sembra un’affermazione banale, ma ovviamente il mare comanda e le condizioni che troviamo ci vanno ad indicare come affrontare la pescata e con che intervalli di tempo, se ad esempio troviamo mare calmo e lanciamo esche grosse, il pescatore quando vede la canna spiombata o una bella mangiata, sicuramente andrà a ferrare la canna e divertirsi con il pesce che si sarà allamato sulle nostre esche.
Ma se il mare è più complicato la musica cambia, in base alla corrente, alla presenza di alghe, se i terminali rimangono in pesca, se l’esca viene mangiata subito o meno, insomma il mare comanda questi ritmi ed ovviamente controllare il tempo ci viene in aiuto.
Facciamo qualche esempio:
1) Mettiamo caso che stiamo pescando a mare calmo in cerca di mormore, lanciamo la nostra esca e contiamo 5 minuti prima del recupero, troviamo gli ami con l’esca sana, cosa facciamo?
Ovviamente al prossimo lancio allunghiamo i tempi fino ad arrivare almeno a 7-8 minuti.
2) Altro caso, stessa situazione, pescata a mormore a mare calmo, contiamo sempre i nostri 5 minuti e troviamo le esche mangiate, cosa facciamo?
Ovviamente al prossimo rilancio accorciamo il tempo a 3-4 minuti.
3) Un caso col mare mosso, lanciamo le nostre esche e aspettiamo 6 minuti, al recupero troviamo i terminali ingarbugliati, cosa facciamo?
In questo caso ovviamente dobbiamo diminuire i tempi per permettere che i terminali non si ingarbuglino.
4) Caso con pesce, lanciamo le nostre esche a 2 o 3 ami e dopo 4 minuti facciamo una cattura, al prossimo lancio cosa faremo?
La logica ci dice che se lanciamo le esche nel punto giusto e dopo pochi minuti si allama il pesce, a seguire altri pesci si allameranno nelle nostre esche, quindi se allunghiamo di 1-2 minuti il tempo di recupero possiamo di sicuro fare 2-3 catture.
Ovviamente gli esempi che facciamo non vanno a specificare il fatto che ci siano mangiate eclatanti con canne in piega, è scontato che se la canna fa una bella piega il pescatore DEVE recuperare, se invece le canne non sono tanto in movimento o fanno comunque movimenti poco sospetti allora si può procedere a tempo.
Torniamo al discorso del mare che decide il tempo:
Dicevamo che il mare comanda ed ovviamente è un dato certo, ma tornando al discorso dei terminali ingarbugliati, se il pescatore COMPETENTE utilizza il giusto diametro di braccioli per la condizione che trova e recupera i terminali ingarbugliati, è scontato che vi è un tempo per rimanere in pesca che non dipende dalla dimensione del filo che andremo ad utilizzare, questo infatti è un fattore molto importante che nei nostri mari ad esempio può incidere molto, anche perché l’esca deve muoversi in modo molto naturale ed il pesce sicuramente l’andrà ad attaccare senza pensarci due volte.
Se l’esca viene presentata male (quindi già mangiata) o con terminali ingarbugliati, sicuramente il pesce sarà meno attirato ad attaccarla e di conseguenza non avremo alcuna cattura.
Proprio per questo controllare le esche, i fili ed i loro stato dopo un tot di tempo è importante, perché ci consente di decidere cosa fare nel lancio successivo.
Un esempio che ci piace fare riguarda la pesca in oceano, dove ovviamente troveremo condizioni decisamente diverse con tempi diversi, basti pensare che qui in Italia è quasi impensabile lasciare le esche per più di 10-15 minuti, mentre in oceano la musica è ben differente, perché il pesce tende ad andare ad attaccare le esche dopo molto più tempo, anche se ovviamente le catture sono diverse, come ad esempio saraghi veramente grossi o cefali di taglia.
In oceano i tempi possono superare anche i 20-30 minuti, ma lanciando le esche nei punti giusti troverete veramente condizioni di altissima difficoltà.
Il Surfcasting nacque proprio in oceano, ed il termine indica proprio il lanciare sull’onda, cosa che noi qui in Italia non facciamo, anche perché in Italia cerchiamo il famoso canale dove lanciare le nostre esche, ecco in oceano le esche vanno lanciate sull’onda, dove vi è quella schiuma e quel mare ultramosso che spacca qualunque cosa.
Lì i pesci stazionano e lì bisogna riuscire a restare in pesca il più possibile con esche perfette, così facendo troveremo i pesci.
Conclusione:
Dunque pescare a tempo conviene? ovviamente se siete agonisti o comunque amanti di tornare a casa avendole veramente provate tutte, pescare a tempo è fondamentale per seguire una logica perfetta della pescata, col tempo e con ciò che il mare ci mostra saremo sicuramente molto più bravi a capire cosa fare e come affrontare il resto della pescata o della gara qualora siate agonisti.
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